La "messa del lupo", antica tradizione, risalente al 1762, della comunità di Forno in Val Strona, sembra aver scatenato l'ira degli animalisti. Il rito religioso, officiato da Don Gaudenzio Martini nella chiesa parrocchiale, aveva l'obiettivo di chiedere la protezione divina contro gli attacchi del lupo, invocando l'intervento di San Valentino. Le radici storiche del rito affondano in un passato in cui la presenza dei lupi costituiva una minaccia costante per la vita e il sostentamento degli abitanti.
Ho appreso dagli organi di stampa che secondo l'Associazione Difesa degli Animali la messa istighi all'odio verso i lupi e alimenti una pericolosa cultura di caccia e soppressione, e che abbiano addirittura annunciato l'intenzione di presentare una denuncia contro il sacerdote celebrante, Don Gaudenzio Martini, per istigazione all'uccisione di animali selvatici e maltrattamento di animali, ai sensi dell'articolo 544 del codice penale.
La messa ovviamente non è contro il lupo ma è un rito per la protezione del gregge e dei pastori, quindi non istigazione all'odio, ma la preghiera di una pacifica convivenza. La celebrazione, ripetuta dal 1762, ha l'obiettivo di chiedere la protezione divina contro gli attacchi del predatore, invocando in particolare l'intervento di San Valentino, la cui reliquia è conservata nella chiesa.
Non posso che esprimere solidarietà al parroco Don Gaudenzio Martini che andrò presto a trovare, vittima di un delirio cittadino che non vuole capire e comprendere i sentimenti di chi vive le sfide quotidiane delle montagne ed è nel pieno diritto di preservare le proprie tradizioni e la cultura locale.
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