"Sabbioni una diga a quota 2500" - regia di Ermanno Olmi, 1953
"Sulle rive del lago di Morasco in Val Formazza, completamente scavata nella roccia è sistemata la centrale del Gruppo Edison. Il suo funzionamento sarà automatico, le sue turbine spinte dall'acqua che scorre nella condotta forzata mantenuta a 2500m di quota da una diga colossale che sbarra la conca del ghiacciaio dei Sabbioni. La costruzione della diga ha impegnato per 5 stagioni 1200 uomini, tra operai, tecnici e dirigenti. Questo documentario racconta non solo l'evoluzione dei lavori, ma anche le fatiche quotidiane di questi uomini, ora ansiosi per lo scoppio di una mina, ora silenziosi per la nostalgia della famiglia lontana".
In questi ultimi mesi abbiamo compreso la nostra estrema dipendenza energetica.
Su questo tema ci troviamo di fronte a delle scelte che dobbiamo avere il coraggio di compiere se vogliamo progredire e portare benessere anche nella vita di chi verrà dopo di noi,
Vi porto come esempio questo delizioso documentario di Ermanno Olmi del 1953 che mostra la costruzione di una diga in Formazza, in Ossola, la terra dalla quale provengo. Negli anni '50 lì e nella valle vicina, ad Agaro, venne sommerso un intero paese, sacrificato per la costruzione di una diga. Scelta dolorosissima compiuta per il bene comune. Immaginate al giorno d’oggi pensare di andare in una valle qualsiasi delle nostre a dire che è necessario costruire una diga...
Per questo penso serva una nuova e più concreta consapevolezza sull’energia e sulle conseguenze del non decidere, del non avere un piano energetico per il nostro futuro che guardi a 20, 30, cinquant'anni da qui. Non possiamo nasconderci dietro ad un dito.
Questo è il tempo delle scelte. Il Club del Nimby (Not In My Back Yard, Non nel mio cortile ovvero chi protesta contro la realizzazione di opere pubbliche nel loro territorio ma che non si opporrebbero alla realizzazione di tali opere se eseguite in un altro luogo.) va sciolto e la politica dovrà farsi carico anche di scelte che saranno per qualcuno dolorose, ma ne va del nostro futuro.
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