Sembra quasi di ritornare indietro di settimane, quando vi parlavamo delle proposte della Commissione Europea riguardo al nuovo QF 2021-2027 o alle discussioni del Parlamento Europeo sempre relative ai finanziamenti europei: invece l’approvazione dei testi legislativi da parte del Consiglio Europeo rappresenta un passo importante nell’iter di pubblicazione dei primi bandi del nuovo quadro finanziario.
Ricordiamo come attraverso i fondi strutturali europei, la Comunità Europea metterà a disposizione oltre 330 miliardi di euro -quasi un terzo del Quadro finanziario pluriennale 2021-27- per il finanziamento di progetti regionali e locali diretti a ridurre le disparità economiche, a stimolare la ripresa dalla pandemia e a sostenere le transizioni green e digitale. Tra i testi approvati dal Consiglio, nell'ambito del pacchetto legislativo della Politica di Coesione post 2020, c'è il Common Provisions Regulation, che contiene le disposizioni comuni a otto fondi europei 2021-27: FESR, FSE+, Fondo di Coesione, FEAMP, FAMI, Fondo di transizione giusta, Strumento per la gestione delle frontiere e i visti (BMVI) e Fondo per la Sicurezza interna (ISF).Il testo approvato dal Consiglio stabilisce i criteri per l'allocazione di quasi 88 miliardi di euro assegnati al FSE+ nel quadro del bilancio UE 2021-27 per sostenere l'occupazione, l'educazione e l'inclusione sociale. Particolare attenzione ai giovani e all’imprenditoria al punto 5 del presente documento che cita: “ Al fine di agevolare la creazione e lo sviluppo di imprese, l'UE deve sostenere l'adozione di riforme che promuovano un contesto favorevole agli investimenti e in cui le aziende possano prosperare, e deve anche migliorare le condizioni generali per l'imprenditorialità. I fondi di coesione devono essere utilizzati per creare un ambiente più favorevole alla crescita di start up e di PMI giovani e innovative e per facilitare la successione delle imprese a conduzione familiare. A questo proposito, il CESE ritiene che la politica di coesione debba fornire un quadro stabile e al tempo stesso flessibile”.
(Fonte: Comitato economico e sociale europeo)
In linea con la proposta della Commissione, l'accordo tra Parlamento e Consiglio ha confermato la struttura in sette rubriche, a fronte delle cinque dell'attuale Multiannual financial framework (MFF), con il tema della coesione economica e sociale dell'Unione che continua ad assorbire la quota maggiore di risorse, subito seguito dagli impegni per l'ambiente, in linea con i nuovi obiettivi climatici dell'Unione.
In particolare, le risorse sono così ripartite:
Rubrica 1: Mercato unico, innovazione e agenda digitale: 132 miliardi e 781 milioni di euro,
Rubrica 2 Coesione, resilienza e valori: 377 miliardi e 768 milioni,
Rubrica 3 Risorse naturali e ambiente: 356 miliardi e 374 milioni di euro,
Rubrica 4 Migrazione e gestione delle frontiere: 22 miliardi e 671 milioni,
Rubrica 5 Sicurezza e difesa: 13 miliardi e 185 milioni di euro,
Rubrica 6 Vicinato e resto del mondo: 98 miliardi e 419 milioni di euro,
Rubrica 7 Pubblica amministrazione europea: 73 miliardi e 102 milioni.
Ai 1.074 miliardi del QFP si aggiungono 16 miliardi ottenuti dal Parlamento europeo nel negoziato con il Consiglio, di cui un miliardo destinato ad aumentare la flessibilità di bilancio e 15 miliardi ripartiti tra dieci programmi chiave dell'UE.
Si tratta di fondi aggiuntivi che provengono principalmente dalle multe comminate alle aziende per violazioni delle regole UE sulla concorrenza, e in misura minore da riassegnazioni di fondi all'interno del QFP, e che vanno ad aumentare le dotazioni di alcuni programmi:
EU4Health, da 1,7 a 5,1 miliardi,
Erasmus Plus, da 21,2 a 23,4 miliardi,
Horizon Europe, da 80,9 a 84,9 miliardi,
IvestEU, da 8,4 a 9,4 miliardi,
il Fondo per la gestione integrata delle frontiere e la migrazione, da 5,5 a 6,5 miliardi,
l'Agenzia Frontex (European Border and Coast Guard), da 5,1 a 5,6 miliardi,
Europa Creativa, da 1,6 a 2,2 miliardi,
il programma Diritti e valori, da 0,6 a 1,4 miliardi,
gli aiuti umanitari, da 9,8 a 10,3 miliardi,
lo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), da 70,8 a 71,8 miliardi.
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