COSA FARE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
Secondo recenti studi della Commissione europea che ha preso in esame 29 paesi per 1.900 kmq nelle diverse aree montane si riscontrano condizioni assai differenziate, sebbene esse si trovino a condividere molte difficoltà simili riconducibili alla scarsa densità demografica, all'inaccessibilità e ai costi relativamente elevati della messa in opera di infrastrutture. In questi territori vivono 94,3 milioni di persone, vale a dire il 19,1% della popolazione complessiva degli Stati interessati. Nei quindici paesi membri dell’Unione europea le aree montane coprono il 39,9% del territorio, ospitando il 17,8% della popolazione; nei dodici paesi del centro est Europa (i dieci in adesione più Bulgaria e Romania), la superficie montana e la popolazione residente sono rispettivamente il 22,4% ed il 17,8% del totale. Il territorio di Norvegia e Svizzera è invece montano al 40,6% della superficie totale degli stessi .
Gli studi della Commissione evidenziano una divisione piuttosto netta tra le montagne del nord e di una parte del centro Europa, ben dotate in infrastrutture e servizi, e quelle del sud Europa dove questi sono piuttosto carenti. Una chiara differenza si trova inoltre tra gli attuali ed i futuri Stati membri dell’Unione europea, con una buona dotazione nei primi rispetto ai secondi.
Ciò che in particolare accomuna i vari territori sono le potenzialità di sviluppo legate alle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione, la conservazione dell’ambiente, la valorizzazione del territorio attraverso lo sviluppo dell’impresa e del turismo, nonché la ripopolazione di queste aree.
Per tali motivi e considerata la grande varietà di approcci nazionali relativamente allo sviluppo della montagna, è necessario un migliore coordinamento a livello europeo ed un maggior scambio di esperienze tra regioni e Stati diversi.
L’Unione europea ha adottato svariate iniziative in queste aree come, ad esempio, dalle politiche settoriali a quelle di sviluppo integrato, dagli strumenti di cooperazione transnazionale che riguardano sia attività tra aree confinanti che tra regioni lontane, alle Convenzioni delle Alpi e dei Carpazi. Inoltre, ricordiamo, altri strumenti comunitari, principalmente all’interno della politica regionale (INTERREG III), della politica agricola comune (LEADER plus), dei trasporti, dell’ambiente e della società dell’informazione.
Tuttavia, l’emergenza pandemica ha messo in luce la gravità del divario digitale per i Comuni e le aree montane. Molti cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali hanno evidenziato la grave arretratezza della macchina della PA e soprattutto la mancanza di un vero e proprio processo di digitalizzazione che permettesse di essere vicini alla cittadinanza e di sviluppare un vero e proprio processo di trasformazione tecnologica. Tale processo dovrebbe includere la promozione di iniziative relative alla formazione e volte a rafforzare e sostenere la cultura dell’innovazione e della digitalizzazione nei Comuni montani, sostenendo le imprese e le startup.
Secondo i dati riportati dalla Commissione europea esistono debolezze profondamente radicate e variazioni importanti tra le Regioni legate alla sua amministrazione pubblica. Tra i principali motivi ci sono vari problemi di cui tenere conto come:
il deficit di programmazione degli interventi: dalla definizione degli obiettivi alla loro realizzazione;
la capacità tecnica. Per la scrittura di un progetto sono necessarie determinate competenze, non sempre presenti a livello regionale (pensiamo in particolar modo ai piccoli Comuni);
il ricambio frequente degli amministratori pubblici;
la giustizia amministrativa. Le legislazioni nazionali sono differenti tra paesi ma in molti casi le gare d’appalto vengono bloccate dai ricorsi o, non essendo conforme la rendicontazione, i lavori sono sospesi.
Inoltre, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al mondo dell’impresa che lotta contro la mancanza di dipendenti qualificati, sottolineando come la carenza di competenze in tema di digitalizzazione è particolarmente acuta poiché il 35% della forza lavoro ha scarse o nulle competenze digitali.
Per tali motivi, sarebbe opportuno adoperarsi per implementare programmi a sostegno di azioni mirate che rendano le iniziative più incisive per le zone montane e più adatte ai loro bisogni.
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