L’importanza del turismo transfrontaliero per lo sviluppo economico e la creazione di nuova occupazione richiede l’elaborazione di nuove strategie turistiche, da qui l'analisi sulla situazione attuale tra Lombardia, Regio Insubrica e Ticino.
Da questa analisi emerge che in questi ultimi anni, nonostante l'incremento delle relazioni transfrontaliere, se si esclude il tema dei trasporti e della mobilità, in generale in materia di turismo il tema della cooperazione transfrontaliera ha perso slancio e interesse negli ambienti politici del Cantone Ticino.
In Ticino gli ospiti che hanno come motivo del soggiorno le vacanze o lo svago/tempo libero sono la maggioranza. Solo il 10% della domanda degli ospiti è generata dal turismo d’affari. Anche se morfologicamente le regioni Lago Maggiore e Valli e Lago di Lugano sono simili, l’impatto economico del turismo su quest’ultima è nettamente inferiore rispetto a quello che si manifesta nella regione Lago Maggiore e Valli. Nella regione Lago Maggiore e Valli l’attività turistica apporta una quota del 25% all’occupazione e del 20% al valore aggiunto lordo (PIL), mentre nella regione Lago di Lugano la quota all’occupazione è del 9.0% e quella al valore aggiunto lordo del 6.9% (naturalmente in questa regione sono presenti altre attività economiche in grado di generare cifre maggiori rispetto all’attività turistica, tant’è che la quota del turismo d’affari sul totale dell’attività turistica è circa del 20%). Il valore generato nella regione Lago Maggiore e Valli è dato soprattutto dagli ospiti che soggiornano per vacanze (lunghe o brevi che siano) e da quelli che trascorrono il loro tempo libero durante una giornata libera.
Nelle restanti due regioni si osservano ancora altre particolarità turistiche: se nella regione Bellinzona e Alto Ticino prevalgono soprattutto il turismo interno (generato in maniera importante dagli ospiti di giornata “puri”) e quello di transito (legato alle quattro aree di servizio autostradali ubicate in questa regione), nella regione Mendrisiotto prevale il turismo generato dai centri commerciali (come FoxTown e Serfontana). Un’opportunità turistica per il Canton Ticino potrebbe verificarsi con l’imminente apertura della nuova trasversale ferroviaria alpina Alptransit che permetterà di ridurre in maniera importante i tempi di percorrenza fra la Svizzera interna (uno dei maggiori bacini turistici cantonali) e il Canton Ticino, offrendo così, anche ai turisti della Svizzera interna, una maggiore possibilità di effettuare delle visite giornaliere.
Il settore del turismo elvetico è messo ed è stato messo a dura prova dal Coronavirus.
Attualmente, il settore che ne risente di più è quello alberghiero, che si è quasi completamente fermato. La ristorazione per quanto in pesante crisi, sta migliorando solo gradualmente. Secondo le stime attuali di BAK Economics, il settore dell’ospitalità elvetico è minacciato da un crollo dieci volte superiore a quello dell'economia svizzera nel suo complesso: più di un quinto del valore aggiunto subirà un crollo nel 2020 (per l’economia elvetica nel suo complesso questo valore è del - 2,5%).
Queste previsioni si basano su determinati presupposti, tra i quali, il più importante e fondamentale, relativo al fatto che la situazione si stabilizzerà per l’estate 2020. Laddove si dovesse ricadere in un’altra emergenza causa virus, per l’economia svizzera e il settore del turistico ci potrebbero essere delle ripercussioni da “punto del non ritorno”. Andando ad analizzare altri dati Il settore dell’ospitalità è il settore svizzero più colpito dalla crisi del Coronavirus con un calo del -25,6% rispetto al 2019, il settore alberghiero è ancora più colpito del settore della ristorazione (-18,6%). Il principale motivo è che il settore dell’ospitalità è direttamente toccato dalle chiusure forzate. Inoltre il settore del turismo nel suo complessivo avrà una ripresa più lenta rispetto ad altri settori. Questo perché essendo il settore turistico fortemente legato al settore trasporti (aerei, treni ecc...), settore anch’esso pesantemente colpito dal Coronavirus, va da sé che
gli spostamenti e i viaggi in generale – tanto a livello internazionale che nazionale -resteranno limitati per un periodo più lungo e che gli allentamenti delle misure restrittive in questi settori saranno mantenuti per un tempo superiore rispetto ad altri settori di attività.
A livello federale, BAK stima un calo a livello di pernottamenti che varia dal 21% al 30% circa a seconda del Cantone di riferimento. Il calo più importante si registra in Ticino dove si prevede una diminuzione di un terzo del valore aggiunto. Ciò è dovuto al fatto che l’emergenza sta interessando le stagioni più importanti per il turismo locale, ovvero quella primaverile e quella ed estiva.
Uno degli effetti economici più immediati della crisi associata al Covid-19 è stato il blocco dei flussi turistici.Gli esercizi alberghieri possono, formalmente, continuare a operare, ma nella grande maggioranza dei casi hanno sospeso ogni attività.Va da sé che al di là dei provvedimenti di blocco, anche altri comparti che lavorano a stretto contatto con il mondo del turismo hanno subito impatti di rilievo: si tratta della ristorazione, di diverse componenti dei trasporti e, in misura più contenuta, del commercio.10 miliardi di euro la spesa “mancata” degli stranieri tra marzo e maggio.
Un’indicazione interessante riguardo all’impatto economico della drastica riduzione dei flussi di turismo proviene dai dati sulla spesa turistica effettuata negli scorsi anni dagli stranieri, la cui misura proviene dall’indagine del Turismo Internazionale della Banca d’Italia.
Nel 2019, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia ammontava a circa 44,3 miliardi euro; al suo interno la componente più consistente è quella per i servizi di alloggio, che ne rappresenta circa la metà, seguono la ristorazione con oltre un quinto del totale e, con quote inferiori, lo shopping e il trasporto. Considerando il solo trimestre marzo-maggio del 2019, tale componente è risultata pari a 9,4 miliardi di euro.
Se si fa un breve raffronto quest’anno, nello stesso periodo, la quasi totalità del normale flusso di spesa effettuato da viaggiatori stranieri è destinato a risultare nullo. L’importanza della clientela straniera in questo periodo dell’anno è confermata anche dai dati di flusso della spesa turistica annua nella situazione pre-crisi: essi mostrano, tra marzo e maggio, un’incidenza della componente straniera (circa il 21,4% del totale annuo) significativamente più elevata di quella domestica (vicina al 16% sulla base di stime tratte dall’indagine su Viaggi e Vacanze). Per cercare di essere un minimo ottimisti sul presente/futuro dovremmo aspettare e “sperare” che al più presto venga riaperto il settore dei Trasporti, in particolare aeroporti e treni, e le frontiere tra gli stati. Consulta la ricerca
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