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Focus PNNR

Quali sono i bandi e come accedervi



Che cos’è il PNRR


È il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare come intende gestire i fondi di Next generation Eu. Suddivide i settori di intervento in 6 missioni principali, tra cui digitalizzazione, salute e transizione ecologica.


AGENDA

In una recente audizione in commissione Bilancio alla Camera è stato esaminato il calendario che prevede le scadenze dei prossimi bandi del PNRR per 10,8 miliardi di euro. In questi giorni sono scaduti bandi di una certa rilevanza, come quelli per il potenziamento degli impianti di gestione dei rifiuti (1,5 miliardi) e sono in scadenza importanti avvisi come:

  • il maxipiano da 3,9 miliardi per la riqualificazione dell’edilizia scolastica;

  • l’estensione del tempo pieno e mense;

  • le infrastrutture per lo sport in asili nido e scuole dell’infanzia.

Marzo sarà invece un mese più “infrastrutturale”, con particolare riferimento alla missione 1 con la scadenza degli avvisi per gli investimenti nell’«attrattività dei borghi» (580 milioni, 15 marzo), parchi e giardini storici (300 milioni, 15 marzo) e per l’efficienza energetica di cinema e teatri (200 milioni, 18 marzo).


BANDI

A tal proposito, segnaliamo ulteriori bandi attivi del PNRR come:

  • Il PRIN - Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale erogato tramite il MIUR destinato ad Enti Pubblici e persone fisiche con un budget max di 250.000 € con scadenza il 31.3.2022

  • Il finanziamento promosso dall’MTE per la realizzazione di siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse al quale possono partecipare Regioni e Provincie autonome per un budget totale di 500 milioni di euro

  • Il sostegno per i processi di internazionalizzazione e di transizione digitale ed ecologica delle PMI da parte del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. Bando con scadenza 31/05/22 e che prevede una agevolazione per le imprese con la modalità del finanziamento a Tasso Agevolato e a fondo perduto



CRITICITA’

SCADENZE. Poniamo ora l’attenzione su uno dei bandi menzionati: “Finanziamento a fondo perduto per interventi di restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici” promosso dal Ministero della Cultura, beneficiari Enti pubblici, budget fino al 100% delle spese ammissibili e scadenza 15 marzo 2022.


Inoltre, tale bando indica come anche i gestori privati possano rientrare come destinatari dell’intervento a seguito della produzione di apposita dichiarazione attestante l’autorizzazione del proprietario all’esecuzione dell’intervento oggetto di domanda di finanziamento.


L’avviso mira al miglioramento delle condizioni di conservazione del bene, nonché un positivo ed elevato impatto sulla promozione dello sviluppo del territorio.


Tuttavia, grazie anche alle svariate segnalazioni che ci sono pervenute, emergono alcune criticità in particolare legate alla scadenza di tale avviso. Facciamo riferimento, ad esempio, al tempo di rilascio delle autorizzazioni previste dagli enti preposti che nella maggior parte dei casi non coincidi con il termine ultimo per la presentazione dei progetti.


Tra l’altro come si legge dal sito del MIUR: “Salvo ulteriori comunicazioni, il termine ultimo entro cui saranno forniti i chiarimenti e le informazioni relativi all'Avviso è fissato al 9 marzo 2022 alle ore 12.30 (sei giorni prima del termine per la presentazione della domanda di finanziamento)”.


Abbiamo fatto riferimento a questo bando, tuttavia se poniamo la nostra attenzione al periodo che intercorre tra la data di pubblicazione di un bando del PNRR e la sua relativa scadenza, possiamo osservare come tale rapporto temporale possa far emergere perplessità su una adeguata presentazione dei progetti nonché in alcuni casi l’impossibilità a partecipare per mancanza di tempo utile.


A tal proposito, è opportuno ricordare come dietro alla preparazione di un progetto vi siano investimenti anche economici e di capitale umano e criticità come il fattore tempo rappresentino un deterrente non indifferente per la partecipazione al bando.




ALLOCAZIONE. Possibilità da parte di Bruxelles che parte dei fondi destinati al Pnrr siano riallocati perché secondo i dati, l’Italia è cresciuta di più del previsto e per tale motivo verrebbe meno la relazione tra causa - effetto dei finanziamenti. Teniamo presente che Il 70% delle somme attribuite all’Italia è definitivo, mentre il restante 30% — circa 60 miliardi — potrebbe essere in parte rimodulato. L’economia, infatti, ha chiuso il 2021 di 2,6% più grande di come prevedeva la Commissione europea.


Ripartizione dei fondi da parte dei Ministeri

Diversi Sindaci segnalano errori evidenti sulla ripartizione dei fondi da parte delle amministrazioni di vari ministeri.

Per la riqualificazione energetica si prevede di finanziare solo una scuola per comune, poco importa se si tratti di Bondeno in provincia di Ferrara con 15 mila abitanti o di Roma e Milano che ne hanno milioni. Il criterio demografico sparisce anche su mense e palestre nuove (al massimo quattro per comune, di qualunque dimensione esso sia). Milano rischia addirittura di restare fuori perché i suoi «centri di cottura» che servono più scuole non sono compresi nei progetti.

Il tetto sui bandi da 3,3 miliardi di rigenerazione urbana è fissato poi ad appena venti milioni per comune — pochissimo per i grandi centri — e problemi simili ritornano nei fondi per il sociale da distribuire localmente alle Agenzie di tutela della Salute.

C’è il rischio che gli enti più piccoli, inondati di soldi, non riescano a spendere mentre le grandi città restino all’asciutto. Insomma, il via dei bandi del Pnrr si è visto subito ma anche e purtroppo la burocrazia.


Inoltre, è opportuno ricordare che per l'assegnazione delle risorse non significa necessariamente che i cantieri siano già operativi. Spesso, infatti, le amministrazioni locali dovranno a loro volta pubblicare dei bandi per individuare le ditte che si occuperanno della realizzazione pratica degli interventi. Da qui nasce un altro capitolo legato al mondo degli appalti, i ricorsi e le lungaggini della Giustizia italiana.


Per tale motivo, ci eravamo occupati più volte in passato dell’esigenza di attuare le riforme strutturali necessarie al Paese e propedeutiche al PNRR.




I COMUNI

Tra le varie criticità a livello comunale troviamo anche:

  • il deficit di programmazione degli interventi: dalla definizione degli obiettivi alla loro realizzazione;

  • la giustizia amministrativa. Molte gare d’appalto sono bloccate dai ricorsi o, problemi legati alla conformità della rendicontazione

  • capacità tecnica. Per la scrittura di un progetto sono necessarie determinate competenze, non sempre presenti a livello regionale (pensiamo in particolar modo ai piccoli Comuni: 5.498 con una popolazione pari o inferiore a 5000 abitanti. Dati Istat. A tal proposito, è stato pubblicato nelle scorse settimane un bando a livello nazionale per l’assunzione a tempo determinato di figure tecniche proprio per la gestione dei progetti legati al PNRR. Anche qui, abbiamo riscontrato come la finestra di partecipazione al bando è stata decisamente breve rispetto alle esigenze territoriali.

Il tema della mancanza delle figure tecniche per la partecipazione ai bandi sembra essere una esigenza ormai cronica poiché tale necessità la riscontriamo quotidianamente sia che parliamo di finanziamenti da fonti dirette o indirette. In concreto, esiste una richiesta importante di progettisti ed Europrogettisti ma l’offerta non soddisfa la domanda. Ancor più tale fenomeno lo riscontriamo nella Pubblica Amministrazione, specialmente nei piccoli comuni per l’ormai cronica mancanza di organico ed in particolare di figure tecniche. Per tali motivi, sarebbe opportuno mettere in condizione i Comuni di poter emanare una precisa direttiva che indichi nello specifico agli enti locali come avvalersi di consulenti esterni, anche in deroga alle regole sul contenimento delle spese nel pubblico impiego. Legge 233/2021.


È opportuno ricordare che nella ella finanziaria nazionale siano state inserite alcune norme che permettono ai comuni le assunzioni a tempo determinato senza che i contratti debbano essere inseriti nei capitoli di spesa relativi al personale ma è anche vero che questi tecnici debbano essere formati presto e bene.

Il processo per l’inserimento in organico è molto più complesso da seguire e si tratta di una corsa contro il tempo.




ISTAT. “le imprese italiane dopo l'emergenza Covid 19” Pnrr inutile per le imprese: stiamo collezionando debito senza aiutare l'economia reale.


In questi giorni l’Istat ha pubblicato una ricerca svolta a fine del 2021 che spiega molto di quel che è accaduto e sta accadendo all'economia italiana.

Lo studio raccoglie le risposte fornite da 970.181 imprese (di cui 11.792 chiuse senza alcuna previsione di riapertura) nei settori dell'industria, del commercio e dei servizi che corrispondono al 22,2% delle imprese italiane, ma producono il 93,2% del valore aggiunto nazionale e impiegano 13,1 milioni di lavoratori, pari al 75,2% degli addetti totali.


È il cuore del sistema economico italiano ed è quello a cui regolarmente non si pensa mai. Di quel campione infatti 753 mila (il 77,6% del totale) è quasi invisibile, occupando fra 3 e 9 addetti in organico. A loro l'Istat ha chiesto molte cose su una ripresa che non è così evidente da quell'osservatorio. Ma soprattutto ha chiesto cosa si attendono da quel fiume di soldi legato al Pnrr che sta affluendo nelle casse dello Stato italiano.


E la risposta non è stata quella che ci si sarebbe attesi: “Se non nulla, davvero poco. A noi quei soldi non servono un granché, perché vincolati ad obiettivi di spesa e di investimenti che non fanno parte del nostro core business”. Più delle metà quindi non “li considera rilevanti come traino dell'attività”, appunta l'istituto di statistica. Che poi spiega: “il giudizio riguarda sia le misure legate alla transizione ecologica sia quelle inerenti alle infrastrutture e la mobilità sostenibile, che hanno evidentemente un orizzonte di sviluppo più lontano”.


Se si passa poi al capitolo della digitalizzazione e innovazione quei fondi vengono ritenuti importanti e interessanti per la propria attività solo dal 17% delle imprese intervistate. I dati cambiano con il crescere della dimensione delle imprese, ma anche salendo fra imprese più grandi non è che si viva il Pnrr come la svolta della propria vita aziendale. La digitalizzazione viene considerata di elevata importanza solo dal 24,6% delle imprese con 50-249 addetti e dal 25,8% fra quelle con più di 250 addetti.


La rivoluzione ecologica viene considerata ancora meno importante perfino in quelle due fasce di imprese più grandi, che la ritengono decisiva solo in 2 casi su dieci. Il fattore decisivo invece per due terzi delle piccole imprese è la crescita della domanda interna del loro specifico settore, e lo è anche per quelle di dimensioni più grandi. Ancora molte di loro più che accedere al Pnrr preferirebbero avere nuovamente finanziamenti bancari assistiti dalla garanzia pubblica per ridurre il rischio di impresa.


In questa rilevazione c'è senza dubbio anche parte del difetto della struttura di impresa italiana, ancora molto restia a processi di innovazione, di digitalizzazione e ancora di più a muoversi verso quella che viene chiamata la transizione ecologica; tuttavia, si tratta di un campanello di allarme non da poco.




Bruxelles. I criteri di distribuzione delle risorse basati su Pil, popolazione e disoccupazione. Tale dicitura potrebbe essere fuorviante poiché la Commissione indica la ripartizione di 750 miliardi del Recovery tra i diversi Paesi Ue ma non al loro interno. Per tale motivo il governo Draghi, ha rivisto i criteri di assegnazione delle risorse al Mezzogiorno mettendo a disposizione il 40% anziché il 70% delle risorse del Recovery, quindi circa 80 miliardi dei 140 precedentemente previsti.


Tale assegnazione accende i riflettori su un'altra questione che riguarda il restante 60% delle risorse destinate al centro nord.


Partendo dal presupposto che il PNRR ha tra gli obiettivi fondamentali di contribuire allo sviluppo delle realtà territoriali più in difficoltà, la restante parte delle risorse finanziarie; quindi, il 60% sono allocate attraverso bandi che presentano parametri che tendono a favorire una riduzione del “deficit territoriale” ostacolando così indirettamente realtà con esigenze magari di competitività a livello internazionale.


Ciò non vuol dire che alcuni territori come quelli della montagna sia corretto considerarli come ostacolo alla competitività poiché in alcuni casi identificati come zone rurali. Al contrario, tali territori avrebbero bisogno di maggiore attenzione sia a livello economico che di sburocratizzazione per valorizzare le eccellenze locali. Considerando inoltre una naturale competizione causata anche dai confini geografici. Pensiamo ad esempio al turismo montano che secondo recenti dati di fine 2021 è in forte crescita, aumentando così la richiesta di infrastrutture e servizi. Se aggiungiamo che la pandemia ha generato un maggiore flusso turistico verso la montagna, riscontriamo una maggiore richiesta verso questi territori. Per cui, sarebbe opportuno sostenere non solo lo sviluppo ma anche la competitività di queste realtà economiche sempre più importanti per il nostro Paese.



Come accedere ai finanziamenti del PNRR

Nella circolare n. 21/2021 del MEF sono indicate le regole principali da seguire per partecipare ai bandi del PNNR:

  • individuare i requisiti di ammissibilità ed eventuali cause di esclusione, attribuibili al Soggetto attuatore e/o alla proposta progettuale, il cui mancato soddisfacimento può comportare una criticità con impatto sul processo di attuazione dell’iniziativa, nonché in fase di controllo e rendicontazione della stessa;

  • fornire elementi utili sui processi di attuazione che potranno essere ripresi nelle apposite sezioni delle procedure di selezione dei progetti,


Inoltre, tali progetti devono:

  • conseguire le milestone e i target entro le scadenze convenute;

  • rispettare per tutti gli interventi/progetti il principio del “non arrecare danno significativo” all’ambiente (cd. DNSH);

  • rispettare ulteriori condizionalità associate alle diverse misure (per esempio in termini di percentuale delle risorse che contribuiscono all’obiettivo climatico o digitale o territoriale).

Ricordiamo come queste regole valgono anche per i progetti già individuati e per gli avvisi già pubblicati


Inoltre, Il 29 ottobre è stata pubblicata una circolare relativa alla rilevazione periodica di avvisi, bandi e altre procedure di attivazione degli investimenti. La circolare è relativa all'attivazione, sul portale "Italia Domani", di una nuova sezione dedicata ai bandi ed avvisi pubblici ed altre procedure emanate dalle Amministrazioni centrali titolari degli interventi per la selezione dei progetti da finanziare attraverso il PNRR e/o l’individuazione di beneficiari e soggetti attuatori.


Ai contributi a fondo perduto e agli incentivi previsti nel PNRR si accede in due modi:


  • rispondendo a uno specifico bando o un avviso pubblico promosso dalle Amministrazioni centrali e/o dai soggetti attuatori responsabili di un certo progetto o investimento previsto dal Piano;

  • presentando singole richieste o istanze a fronte del rispetto di precondizioni e prerequisiti di ammissibilità previsti dalle previsioni normative di riferimento.


Le opere vengono selezionate e finanziate attraverso la partecipazione a bandi e avvisi pubblici o tramite procedure di assegnazione diretta per l’ammissione al finanziamento dei progetti.


Una volta selezionati, tutti i progetti, compresi quelli già individuati preliminarmente nel Piano, prevedono le seguenti fasi:


  • affidamento lavori;

  • esecuzione;

  • collaudo;

  • rendicontazione spese.


Per approfondire segnaliamo la guida al PNNR “Istruzioni tecniche per la selezione dei progetti” scaricabile sul sito del MEF


IN SINTESI

I fondi del PNRR andranno a chi sa progettare

Pertanto, è opportuno:

  • rispettare le procedure di invio: i progetti vanno presentati seguendo regole precise, su piattaforme online dedicate;

  • centrare i criteri di selezione previsti: ciascuna delle sei missioni tematiche del PNRR e delle sottomisure collegate prevede criteri specifici per valutare se un progetto sia ammissibile o meno;

  • sostenibilità del progetto, dal punto di vista organizzativoe d economico – finanziario.


A tal proposito è importante

  • Valorizzare gli obiettivi di progetto;

  • Tenere conto dei criteri fissati dalla Commissione Europea e dal governo italiano per valutarne l’eleggibilità nell’ambito del PNRR;

  • Prevedere attività sostenibili, da realizzare in tempi definiti e con risultati misurabili;

  • Individuare fonti di finanziamento complementari per integrare le risorse messe a disposizione dagli enti finanziatori.


Per informazioni scrivici a: progetti@alessandropanza.eu

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