Come responsabile del Dipartimento montagna per la Lega ed in qualità di Europarlamentare del Gruppo ID - Identità e Democrazia il mio impegno per i territori montani è stato incessante. La data del 25 settembre si sta avvicinando e per tale motivo desidero fare chiarezza sulle proposte che presenteremo in Parlamento.
Da anni il mio impegno politico in Europa e in Italia ha dimostrato quanto mi stia a cuore il futuro della montagna italiana. Basti pensare come recentemente insieme al mio gruppo politico siamo riusciti a creare un fondo straordinario di ristori da 800 milioni di euro per il comparto del turismo invernale duramente colpito dalle chiusure imposte dalla pandemia. Una cifra mai destinata prima al comparto montano.
Tuttavia, mi rendo conto come ci sia ancora molto da fare. Difatti, durante la mia attività sul territorio ascoltando e raccogliendo le esperienze e le istanze di tutti, ho avuto la possibilità di incontrare centinaia tra cittadini, imprenditori e amministratori.
A tal proposito, quotidianamente, il mio ruolo politico e la mia passione per la montagna mi spingono a portare queste voci in Europa, difendendo e promuovendo lo sviluppo del territorio montano.
Quali sono quindi alcuni dei principali problemi legati all’indotto della montagna, secondo quanto raccolto dal territorio:
· mancanza di infrastrutture all’avanguardia e la difficoltà di poterle implementare, anche con l’utilizzo delle risorse PNRR;
· mancanza di servizi, soprattutto sociosanitari, (chiusura ospedali e punti nascita, difficoltà di poter avere medici di base e pediatri);
· la chiusura di scuole e asili per mancanza di rispetto dei requisiti nazionali, creando così delle oggettive difficoltà soprattutto al mondo dell’impresa e del lavoro in generale.
Il combinato disposto di queste problematiche porta ad un continuo ed inesorabile spopolamento delle aree montane del nostro Paese. Tuttavia, la montagna ha dimostrato durante la pandemia di essere un valore imprescindibile per il nostro Paese, per troppi anni però si è parlato tanto e agito poco.
Voglio ricordare come più gente che lavora in montagna significa maggiore richiesta di servizi, e di conseguenza l’avvio di quel circolo virtuoso che farà rinascere i nostri borghi delle Alpi e degli Appennini.
Di seguito, desidero presentarvi le proposte che intendo sostenere attraverso il mio massimo impegno.
1. Una definizione aggiornata di Comune Montano
Innanzitutto, serve aggiornare la definizione di Comune Montano, in modo che si definisca chiaramente quali sono le aree che possono beneficiare delle politiche per la montagna. Oggi la confusione legislativa sul tema impedisce di poter realizzare delle politiche specifiche, funzionali e prospettiche per le terre alte. Questo passaggio che può sembrare semplicemente burocratico, in realtà è un passaggio fondamentale affinché si definisca la montagna con le sue peculiarità. Non basta la quota o la verticalità, servono indicatori più complessi senza che, come in passato, diventi montano ciò che non lo è
2. Migliore utilizzo del Fondo per la Montagna
Superamento della SNAI e della SNAMI elaborando una strategia vincente che tenga quanto di buono è stato proposto dalle due strategie precedenti e ne superi le criticità
3. Fiscalità di vantaggio per ridare slancio al lavoro in Montagna
Introduzione di una Fiscalità Montana per tutte le aziende che svolgono la loro attività nei Comuni montani e si impegnano ad assumere i residenti di questi Comuni, attraverso strumenti che andranno definiti di concerto con le Regioni che potranno identificare metodi e categorie da sostenere in base alle esigenze del proprio territorio. Sgravi fiscali per le aziende delle aree urbane che si avvalgono di personale in telelavoro residente nei Comuni montani. Politiche di fiscalità agevolata per tutte le giovani coppie che decideranno di stabilirsi in uno qualsiasi dei Comuni montani per un prolungato periodo di tempo (almeno 5 anni). Politiche di fiscalità agevolata per il personale sanitario e scolastico che deciderà di svolgere la propria professione nei Comuni montani per un periodo non inferiore ai 5 anni. Maggior tutela fiscale e burocratica per le professioni esclusivamente montane come Maestri di Sci e Guide Alpine
4. Meno burocrazia per gli Enti locali più servizi per i cittadini
Sburocratizzazione per le amministrazioni comunali sugli adempimenti legislativi, con minore dipendenza dal Segretario Comunale attraverso la revisione del TUEL. I Comuni montani sono una costellazione di micro-Comuni che spesso non arrivano a 1000 abitanti, non possono avere gli stessi adempimenti di un comune di 15000. Rinforzo delle competenze e delle dotazioni finanziarie per le province a specificità montana in modo che questi enti possano essere di supporto ai Comuni.
5. La montagna è diversa dalla Città, serve tenerne conto
Adeguamento dei livelli di assistenza minima, del numero minimo di studenti, per i Comuni montani e per i bacini di riferimento in modo che si tenga conto delle oggettive disparità che ci sono tra le aree montane e le aree urbane, riducendo i livelli minimi per l’operatività di scuole e ospedali, sviluppando sinergie con le Università e le scuole di Specialità.
6. Studiare in montagna per rimanere in montagna
Sviluppo di una proposta formativa e scolastica basata sulle esperienze locali che dia gli strumenti ai giovani per poter fare impresa sul proprio territorio valorizzando il pa- 131 trimonio agroalimentare, turistico, sociale e storico della montagna italiana.
7. Vincoli sì, ma con intelligenza
Impegno per la riapertura di un tavolo interistituzionale per la revisione in seno alla Commissione Europea della mappatura delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e dei Siti di Interesse Comunitario (SIC) con il coinvolgimento attivo del territorio e dei suoi Comuni per evitare la tutela dell’ambiente diventi il primo motore della desertificazione imprenditoriale montana.
8. Montagna cuore verde d’Italia
Semplificazione normativa nella realizzazione di Comunità Energetiche con lo scopo di poter produrre e consumare energia realizzando sistemi intelligenti di consumo sostenibile al fine di ottenere l’indipendenza energetica delle comunità montane. Implementazioni delle nuove tecnologie e sviluppo degli Smart Villages per rendere i Comuni montani sempre più efficienti e connessi.
9. Ministero per la Montagna Italiana
Istituzione del Ministero della Montagna, o in subordine una delega specifica in seno al ministero degli Affari Regionali, che analizzi le ricadute sulla montagna dei provvedimenti legislativi, al fine di prevenire, e che per la prima volta affronti il tema della “Montanità” senza il solito complesso di inferiorità.
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