Quest’anno più che mai mi sento in dovere di augurare un buon inizio di anno scolastico a tutti i ragazzi, di qualunque scuola, ne hanno proprio bisogno. Dopo il terribile periodo di lockdown e i mesi trascorsi a seguire le lezioni a distanza tramite pc, i nostri studenti possono finalmente sedersi tra i banchi di scuola, una presenza fisica fondamentale per tornare dopo tanto tempo a “contatto” con amici e insegnanti e vivere quei momenti emozionanti (specie per chi affronta il primo anno) un misto tra attesa, incognita e curiosità che solo il primo giorno di scuola può trasmettere e rimanere indelebile nei nostri ricordi.
Così dovrebbe essere, nonostante la pandemia che ci ha duramente colpiti: la riapertura delle scuole è un segnale forte di ripresa e speranza, un ritorno alla vita normale di tutti noi fino a quel drastico 9 marzo quando tutto si chiuse e tutto si fermò a data da destinarsi. Fortunatamente oggi la situazione è visibilmente migliorata e i contagi non sono paragonabili per intensità e gravità a quelli avvenuti la scorsa primavera. E mentre in gran parte del mondo e in Europa le scuole riaprono o hanno riaperto, l’Italia che fu il primo paese europeo ad affrontare lo tsunami del Coronavirus, a imporre il lockdown e, ora, a registrare un numero molto inferiore di contagi rispetto al resto del continente presenta, per la scuola, una situazione a dir poco caotica se non allarmante.
Per tutta estate ha tenuto banco la decisione di acquistare i famosi “banchi con le rotelle” voluti dal Ministro dell’Istruzione Azzolina, una questione ancora oggi irrisolta e poco chiara tra fornitori che rinunciavano a partecipare alla gara per l’assenza di condizioni, costi esorbitanti, e reale necessità di questi strumenti per fronteggiare il rischio dei contagi. Dei 2,4 milioni di banchi ordinati, che si legge nei tanti articoli, ve ne sarebbero oggi disponibili circa 200.000 pezzi; una chiara dimostrazione di totale incompetenza, di scelte sbagliate e prese in ritardo da parte di un ministro palesemente inadeguato a ricoprire la propria carica. Grave mancanza segnalata dai dirigenti dei plessi scolastici sono anche gli spazi per le aule e gli insegnanti, ne mancano circa 50.000 e secondo le anticipazioni degli uffici scolastici regionali raccolte dai sindacati la situazione è drammatica. Una gestione delle riaperture scolastiche ampiamente negativa.
Nella speranza che la situazione possa rapidamente migliorare e consentire a tutti gli studenti di poter accedere in sicurezza alla propria scuola e tornare ad apprendere dal vivo, voglio infine rinnovare gli auguri per un nuovo anno scolastico che, seppur nelle difficoltà e nelle limitazioni, possa davvero rappresentare per il nostro Paese un forte segnale di ripartenza e speranza per il futuro.
Per farlo ho scelto questo celebre scatto, datato 1959, che mostra un gruppo di bambini con grembiuli e cartelle mentre attraversano, con una carrucola, il fiume Panaro a Guiglia, comune vicino a Modena, per recarsi a scuola; sono gli abitanti di due frazioni, Barletta e Castellino, intenti a scorrere lungo una corda d’acciaio tesa sul fiume dove in precedenza passava un ponte distrutto durante la guerra. Esiste anche un video dell’Istituto Luce https://www.youtube.com/watch?v=EvL136YjXvc che riprende, per circa un minuto, la traversata di alcuni bambini aggrappati alla carrucola, un cortissimo metraggio rimbalzato all’epoca per mezzo mondo portando in giro un’immagine dell’Italia povera ma ingegnosa, un Paese che voleva crescere, attraversare i fiumi e arrivare alla meta.
Innumerevoli sono gli esempi e le testimonianze di chi, in un passato non troppo lontano, affrontava vere e proprie sfide quotidiane per recarsi a scuola e adempiere al proprio obbligo: dagli istituti di montagna a quelli delle aree rurali dove spesso mancavano adeguate arterie stradali e mezzi di trasporto.
Questa foto, come molte altre, manifesta la volontà degli studenti di andare a scuola, con ogni mezzo! Per cui vale sempre la pena andare a scuola, anche se comporta difficoltà e limitazioni, perché essa ci insegna a crescere, ragionare, e alimenta la nostra voglia di sapere.
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