Partita la raccolta firme che ho organizzato per presentare una petizione al Parlamento Europeo per bloccare la Direttiva “Casa Green”.
L’Europa ha deciso di correre, con il paraocchi, verso la neutralità climatica: in vent’anni, dal 1990 al 2020, le emissioni di CO2 dell’Unione europea si sono ridotte del 31% superando l’obiettivo del 20% stabilito dal protocollo di Kyoto, ora si vuole doppiare questo risultato in un terzo del tempo disponibile.
La produzione di CO2 in Europa rappresenta attualmente circa il 9% delle emissioni mondiali, mentre altre nazioni come India, Cina e Stati Uniti non solo continuano ad emetterne massicciamente, ma nessun genere di politiche deterrenti sono state instaurate dall’Unione europea nei confronti di questi Paesi.
Per perseguire gli obiettivi climatici di abbattimento di CO2 entro il 2030 il Parlamento Europeo ha approvato nei mesi scorsi il testo della Direttiva sulla prestazione energetica nell’Edilizia (EPBD: Energy Performance of Buildings Directive) e si stima che in Italia dovrà essere recepita fra il 2025 e il 2026. Se pensiamo che il 70.8% delle famiglie italiane è proprietaria della casa in cui vive, la "Casa Green" rischia di trasformarsi in una tassa patrimoniale che andrà a colpire in particolar modo le famiglie meno agiate, obbligandole a indebitarsi per sostenere i costi degli interventi, o, in alternativa, subire la svalutazione del frutto dei loro risparmi, perché la sua entrata in vigore causerà una svalutazione immediata degli immobili con le performance energetiche inferiori, che viene calcolata fino al 40% del valore dell’immobile.
Secondo uno studio Istat-Enea in Italia esistono circa 12.5 milioni di edifici e il 61% di essi rientra nelle ultime due classi energetiche (Classe F: 3.157.942 edifici = 25.3% / Classe G: 4.464.582 edifici = 35.7%) che risultano quindi non adeguati alla normativa, numeri che evidenziano l'inattuabilità fisica di intervenire nel periodo di tempo prestabilito dalla Commissione Europea. Senza considerare che secondo l’Associazione Nazionale dei Costruttori, allo stato attuale non è possibile rispettare i tempi imposti dall’UE per la ristrutturazione degli edifici anche solo per la mancanza di personale nel comparto edilizio.
Per concludere, nella Direttiva "Casa Green" si parla di incentivi finanziari, ma non si specifica né l’ammontare né dove verranno reperiti, ed è verosimile che la Commissione intenda dotarsi di nuove risorse proprie che si tradurranno in nuove tasse per i cittadini per pagare questo suo progetto.
La petizione che invito tutti a sottoscrivere, chiede al Parlamento Europeo che la Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, la cosiddetta Casa Green, venga applicata solo sugli edifici di nuova costruzione e che si sospenda la sua introduzione per gli edifici già esistenti, per offrire al Paese una maggiore flessibilità, consentendo di perseguire gli obiettivi di risparmio energetico in modo adatto alle specifiche abitative del territorio.
Inoltre, la petizione chiede che la Direttiva Casa Green entri in vigore solo dopo aver definito chiaramente le risorse disponibili per intervenire sugli immobili da efficientare e dopo aver ben specificato le fonti di finanziamento.
Mi rivolgo a tutti i cittadini affinché facciano sentire la propria voce contro quella che è una vera e propria eurofollia.
Dover apportare migliorie alla propria abitazione non corrisponde automaticamente alla possibilità economica di poterlo fare e questa normativa impone delle spese importanti e impreviste in tempi brevi per moltissimi cittadini, in un perdurante periodo di crisi economica post-pandemia.
Ognuno può far sentire la propria voce aggiungendo la propria firma per contribuire e supportare questa battaglia, dando forza alle istanze di cui mi farò portavoce al Parlamento Europeo.
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E SOTTOSCRIVI ANCHE TU LA PETIZIONE
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